Ospedali e Sanità in Valle Camonica

La storia dell’assistenza e della cura sanitaria in Vallecamonica nel corso dei secoli è tutta segnata da gesti di solidarietà umana e di carità cristiana.
Storia Fondo

Venire in soccorso degli ammalati
e dei più deboli e prestare loro le cure necessarie è sempre stata una nota caratteristica del tessuto sociale locale da un millennio e oltre a questa parte.

Il 19 novembre 2020 la Fondazione della Comunità Bresciana ed i costitutori del Fondo stesso, unitamente alla Direzione Strategica dell’ASST Valcamonica, hanno presentato il FONDO OSPEDALI E SANITÀ DI VALLE CAMONICA.
Costituito presso la stessa FCB, il Fondo è stato da subito introdotto alla comunità come un importante strumento di sviluppo e sostegno della sanità camuna.

Gli “ospitali” nella storia
della Valle Camonica

La storia dell’assistenza e della cura sanitaria in Vallecamonica nel corso dei secoli è tutta segnata da gesti di solidarietà umana e di carità cristiana, e ciò a partire almeno dall’epoca medioevale. Venire in soccorso degli ammalati e dei più deboli e prestare loro le cure necessarie è sempre stata una nota caratteristica del tessuto sociale locale da un millennio e oltre a questa parte.

Basterà richiamare il ruolo ricoperto dal cosiddetto “ospitale” di Valle, noto anche come “xenodochio di Malegno”, oggi Pia Fondazione, che affonda le sue radici nei primissimi secoli del secondo millennio. Presumibilmente si tratta della prima forma organizzata in Vallecamonica di assistenza agli ammalati in genere, con particolare riguardo ai colpiti da pestilenze ed epidemie di ogni tipo; un esempio di solidarietà umana che ancora oggi stupisce e fa riflettere.

E’ chiaro che per arrivare alla struttura dei moderni ospedali bisogna attendere almeno l’alba del diciannovesimo secolo.
Partendo dall’alta Valle, la primitiva struttura di quello che diverrà l’ospedale di Edolo la troviamo nell’atto di donazione di quel Domenico Giamboni che nel 1880 dichiara come volontà testamentaria di voler lasciare buona parte della sua sostanza “ad un ospitale a favore dei parrocchiani di Edolo-Mu” . L’avrebbe voluto realizzato entro tre anni; in realtà vicende travagliate fecero slittare la data molto più in avanti nel tempo, fino ad arrivare esattamente al 1909 quando prese corpo un’“infermeria per cronici” proprio nella cittadina dell’alta Valle.
L’inaugurazione invece dell’ospedale attuale, nella sua dimensione di massima, risale al marzo del 1974.
A Breno bisognerà attendere il 1831 per vedere nascere l’ospedale grazie alla generosità iniziale di Agostino Rizzieri a cui l’ospedale stesso è rimasto intitolato fino alla sua soppressione per fare posto all’attuale di Esine. Le due targhe marmoree che ancora si possono leggere all’ingresso dell’ospedale esinese raccontano di una lunga serie di donazioni che si susseguirono nel corso del tempo, fino al secondo dopoguerra.
Il percorso centrale dell’organizzazione sanitaria camuna, fatti salvi altri aspetti di più ridotte dimensioni, ci porta in quel di Darfo dove fin dal XV secolo figura attiva una “Misericordia”, cioè un’istituzione cristiana di beneficenza. Per veder sorgere una realtà assistenziale minimamente organizzata bisognerà però attendere la conclusione della prima guerra mondiale quando in via Cercovi prende forma l’ospedale grazie alla generose donazioni lasciate a suo tempo, almeno cinquant’anni prima, da Bortolo Dangolini che “elargì il ricco suo censo all’impianto di questo ospedale” come si legge in un documento dell’epoca. Nel 1947 l’ospedale fu classificato “ di terza categoria”, passo che portò poi alla struttura rimasta attiva fino al 1992. Anche in questo caso l’elenco dei benefattori si legge in altre due lapidi all’ingresso dell’ospedale di Esine.
Il 1992 è l’anno del grande salto della sanità camuna con l’apertura ufficiale, il 7 dicembre, del nuovissimo ospedale di Esine giunto a conclusione dopo dodici anni di lavoro e destinato ad accorpare le due struttura di Breno e di Darfo. Per la sanità camuna iniziava una stagione nuova, segnata dalla progressiva crescita, pur tra numerose difficoltà, dei diversi ambiti della prevenzione e della cura. Un percorso che va avanti ancora oggi e che rappresenta ormai un punto di riferimento importante per i camuni e per i residenti dei territori circostanti.
Anche questo capitolo più recente ha fatto registrare gesti di generosità da parte di singoli, enti ed istituzioni; non ultimo, se non in ordine di tempo, il “Fondo per la sanità e gli ospedali di Vallecamonica” costituito presso la Fondazione della Comunità Bresciana che nasce inizialmente per volontà e grazie alla generosità della famiglia Farisoglio di Breno in ricordo del figlio Sandro scomparso prematuramente nel gennaio del 2020.

Al Fondo hanno presto dato un generoso sostegno alcune realtà imprenditoriali e associative presenti sul territorio. Insomma, la catena della solidarietà continua nel tempo.

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